Un po' di storia

Un po' di storia

Il nome deriva dal latino Praetorium (“luogo di raduno di soldati”) e indica un punto di osservazione e vigilanza dei passaggi nella valle Peligna, abitata dalle popolazioni italiche dei Peligni di stirpe sabellica e dei Frentani di stirpe sannita, entrambe di lingua osca. Le prime notizie certe sull'origine del borgo si hanno con la comparsa nei documenti del nome Praetorium, significante una “adunanza di soldati”, probabilmente a presidio dei pascoli della Maiella. Nei secoli XV-XVI sec., i signori feudali erano gli Orsini, seguiti dai D’Alviano agli inizi del Cinquecento e quindi dai Colonna, dai Cantelmo e dagli Acclozamora. I Cantelmo costruivano un castello sui resti del distrutto medievale castrum Pretorii de Theti ed è proprio intorno al nuovo castello, oggi ridotto a rudere, che si formava e si sviluppava l’attuale borgo, trasferendo l’originario insediamento dalla valle a monte. A cavallo dei secoli XIX-XX sec si sviluppa la lavorazione del legno al tornio e altre attività artigianali come la lavorazione della pietra. Immersa in un contesto naturalistico di grande fascino e dalle innumerevoli attrattive, Pretoro si mostra ai visitatori con il suo grappolo di case arrampicate sulle rocce presentandosi come un piccolo presepe incastonato tra le montagne. Passeggiando per le stradine del borgo ci si imbatte in magnifici edifici religiosi tra i quali, la più importante del paese, è la chiesa di Sant'Andrea Apostolo con il particolare pavimento che si adatta alla conformazione della roccia. Non meno importanti sono la chiesa di San Nicola, nota anche come chiesa di San Domenico e la chiesa della Madonna della Mazza o di Santa Maria della Mazza del XIII sec che testimonia il passaggio dei Francesi, veniva costruita da monaci cistercensi con la facciata rivolta a nord-ovest, verso la Francia. Ciò che contraddistingue questo piccolo borgo abruzzese è l’artigianato del legno e della pietra. La lavorazione del legno è un’arte che viene praticata da moltissime generazioni. In particolare, il borgo di Pretoro è celebre per la creazione di fusi, delle tradizionali chitarre abruzzesi per la pasta, degli utensili per la cucina, nonché sedie e oggetti d’arredo.

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Chiesa di Sant'Andrea

Chiesa di Sant'Andrea

La chiesa di Sant'Andrea è situata all'interno del centro storico, a monte del paese e rappresenta la principale chiesa del borgo. La facciata, preceduta da ampia scalinata, presenta un paramento murario in pietra squadrata con cantonali bugnati e cornici a portali e finestre. In asse vi è il portale principale con mensole, timpano semicircolare, finestra e fastigio sovrastante la cornice orizzontale di coronamento di tipo seicentesco. La chiesa ha un impianto irregolare a due navate con cappella laterale destra. La navata centrale è coperta con volta a botte lunettata, volte a vela sulle campate laterali e sulla cappella laterale destra. La copertura esterna è realizzata a falde sfalsate su pianta irregolare con manto di coppi. La decorazione interna, di tipo sei-settecentesco è estremamente semplice e presenta ordine di paraste doriche addossate ai pilastri e riquadrature nelle volte. L'altare, invece, è realizzato in marmo commisso ed è inserito nella nicchia laterale destra e vetrate policrome.

Chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola

La Chiesa di San Nicola si trova nel centro storico di Pretoro, nel Parco Nazionale della Majella. La sua attuale configurazione risale agli anni a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, anche se permangono tracce del precedente impianto romanico nella muratura esterna e nelle monofore che si affacciano sulla valle. Dedicata al Santo orientale, nella la chiesa in realtà si venera San Domenico Abate, patrono di Pretoro e oggetto di un culto popolare molto antico che travalica i confini del paese. E' da qui infatti che la prima domenica di maggio prendono avvio, con la fervente partecipazione dei fedeli, i complessi festeggiamenti in onore del Santo che si concludono poi nella parte alta del borgo con la rappresentazione de "Lu Lope", una rievocazione in forma drammatica di un miracolo operato dal Santo. L'edificio si presenta con una facciata in pietra della Majella nella quale un grande arco introduce ad un porticato che a sua volta conduce al portale della chiesa. L'interno è a tre navate a pianta irregolare: la navata centrale e quella laterale di destra hanno forma rettangolare e quella laterale di sinistra, attraverso la quale si accede al luogo di culto, ha forma trapezioidale. In essa, oltre a diverse statue di Santi particolarmente venerati nella zona, si possono ammirare due opere di particolare pregio artistico: una Pietà in terracotta policroma del XVII secolo e un grande portale scolpito nel legno risalente al 1630 restaurato di recente e appoggiato su una parete nei pressi dell'ingresso.

Impianti sciistici della Maielletta

Impianti sciistici della Maielletta

Quando si parla dell’Abruzzo e delle sue montagne viene subito in mente il Gran Sasso, tuttavia anche l’altro monte che domina questa terra, la Maiella, detta anche “La Bella Addormentata” è meritevole della stessa attenzione. Infatti, grazie ai suoi paesaggi meravigliosi è anch’essa, meta molto ambita dagli appassionati di sci. Le due località Passo Lanciano e Mammarosa si sviluppano in uno dei pochi punti adatti alla pratica dello sci dell’impervio massiccio della Maiella (2798 metri). Gli ampi scenari spaziano dalle piste fino al mare Adriatico, e il paesaggio, dalla cima, lascia davvero senza fiato tanto che, se la giornata si presenta molto limpida, è possibile scorgere il mare Adriatico (con i centri di Pescara e più all’interno Chieti), le cime del Velino-Sirente e del Gran Sasso stesso. Passolanciano e Mammarosa pur, distando tra di loro 1,5 km, tuttavia, per spostarsi dall'una all'altra, c’è bisogno di uno skibus o uno snowtaxi, dato che non sono unite sci ai piedi. Salendo da Pretoro, più a valle (a partire da 1350 metri) si trova la stazione di Passo Lanciano dotata di una seggiovia triposto, due skilift e due nastri trasportatori. Le piste per lo sci alpino sono: una pista rossa "il terzo," una nera "pistone", una azzurra " la Panoramica" che scendono nella faggeta per una lunghezza complessiva di km 6,150. C’è anche un' area snowpark, un campo scuola, un kindergarden per i piccoli ed un anello di fondo Piane di Tarica di 5 km. Superati gli impianti sciistici di Passolanciano, continuando sempre sulla stessa strada, dopo 10 minuti di macchina, si arriva alla più alta stazione sciisitica (2000m) di Mammarosa. Qui le piste da sci sono più numerose: vi sono piste per bambini e principianti alle prime armi e diverse discese per sciatori più esperti. Di seguito è possibile consultare il sito personale delle due località sciistiche e assistere a una discesa sugli sci.

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